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Benvenuto all’Isola d’ Elba
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365 giorni di natura, energia, sport e cultura. Nel cuore del Mar Tirreno, baciata da un mare che ha ancora l’azzurro profondo e le magiche trasparenze dei primordi, l’isola d’Elba è un angolo di paradiso così vicino e facile da raggiungere, ma anche così lontano dai luoghi comuni della vacanza di massa. Conoscere l’Elba significa scoprire una costa che alterna lunghe spiagge dorate, calette discrete e scogliere spettacolari. Scoprire l’Elba vuol dire visitare antiche miniere e piccoli borghi medievali, assaporare una cucina ricca di sapori autentici, immergersi nel verde dei boschi o praticare in assoluto relax lo sport preferito. Visitare l’Elba vuol dire tuffarsi in un mondo senza tempo, unico ed inimitabile, in cui sogno e realtà si fondono in modo del tutto naturale.
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La Storia ha voluto che l’isola d’Elba fosse teatro di grandi eventi: non esiste civiltà del Mediterraneo che non abbia lasciato tracce rilevanti del proprio passaggio. Natura, arte e cultura millenaria, racchiuse in un microcosmo di 224 kmq, creano un’atmosfera unica, rievocano scenari straordinari, frutto di incontri tra popoli diversi.
Secondo le narrazioni mitologiche è a Porto Argon, l’odierna Capo Bianco, che Giasone fece tappa durante l’avventurosa ricerca del Vello d’oro e, come rivela Virgilio nell’Eneide, dallo stesso porto salparono trecento giovani elbani per portare aiuto al "Pio Enea" nella dura lotta contro i Rutuli.
Per gli Etruschi, l’Elba costituì una inesauribile fonte di ricchezza: già nel VIII secolo a.C. sfruttavano le miniere ed esportavano il ferro in tutto il bacino del Mediterraneo, ricavandone enormi ricchezze.
Sorsero così i forni, che giorno e notte fondevano i minerali con alti bagliori e, come narra Aristotele, dettero origine al nome Aethalia (scintilla), attribuito all’Elba dai navigatori Greci. Dei cinque secoli di dominazione etrusca rimangono diverse necropoli, alcuni resti di forni fusori e numerosi "villaggi d’altura", inseriti in scenografie inimitabili.
Dal declino della potenza etrusca, i Romani ereditarono l’industria siderurgica, ma valorizzarono anche i giacimenti di granito e scoprirono i fanghi curativi delle Terme di San Giovanni, le bellezze del paesaggio ed i vini eccellenti. "L’Isola del vino buono" , diceva Plinio il Vecchio. Ecco quindi che fiorì un intenso traffico di navi cariche di anfore: molte sono conservate nei Musei Archeologici di Portoferraio e Marciana, e, insieme a sorprendenti reperti restituiti dal mare, raccontano tutta la storia della navigazione antica. Nei golfi più suggestivi sorsero le grandiose ville patrizie della Linguella, delle Grotte e di Capo Castello, oggi come allora luoghi di letizia.
Nel Medioevo fu la Repubblica Marinara di Pisa a sfruttare le miniere di ferro e il granito dell’Elba: la maggior parte delle colonne che impreziosiscono Piazza dei Miracoli sono state modellate dai valenti scalpellini di San Piero. Del periodo pisano rimangono numerose testimonianze: le raffinate chiese romaniche e la torre di San Giovanni in Campo, costruita su un enorme masso di granito, ma soprattutto la possente "Fortezza" di Marciana ed il maniero del Volterraio, sentinella dei monti e dei mari.
Nel 1548 fu la volta dei Medici: Cosimo I realizzò la città fortificata di Portoferraio, vero gioiello di urbanistica militare. Era così perfetta l’armonia tra mare, terra ed opere architettoniche che la nuova città fu chiamata Cosmopoli, "culla della civiltà e della cultura, esempio di equilibrio e razionalità".
Subito dopo gli Spagnoli si insediarono a Porto Azzurro e costruirono l’imponente Forte San Giacomo, che oggi ospita la Casa di pena, ma anche diverse cappelle ed il suggestivo Santuario di Monserrato, incastonato su una cupa montagna "dolomitica".
Nel XVIII secolo, l’Elba fu contesa da Austriaci, Tedeschi, Inglesi e Francesi, con frenetiche trattative diplomatiche o accanite battaglie, finché fu assegnata in "piena proprietà e sovranità" a Napoleone Bonaparte che, in dieci mesi di governo, lasciò impronte significative: costruì strade, riorganizzò l’economia mineraria, incrementò la produzione e l’esportazione del vino.
Da un’antica chiesa sconsacrata, ricavò un grazioso teatro che, restituito all’antico splendore da un sapiente restauro, è oggi sede di importanti rassegne culturali. RIEVOCAZIONE STORICA NAPOLEONICA “ELBA NAPOLEONICA” sito consiglito www.elbanapoleonica.com
Al suo rientro in Francia, per i fatidici cento giorni, Napoleone lasciò due residenze, divenute Musei Nazionali e frequentate ogni anno da migliaia di visitatori…..
IL PATRIMONIO ARTISTICO
Roma non era stata ancora fondata, quando l’Isola d’Elba era teatro di incontri e scontri tra i popoli del Mediterraneo. Greci, Etruschi e Cartaginesi si contendevano le ricchezze del sottosuolo, ma anche alla fine dell’età del ferro si disputavano il dominio dell’Isola per la sua posizione strategica.
Sono perciò molteplici gli itinerari che meritano una visita alla riscoperta dei valori dell’uomo e della sua civiltà: i sentieri dei pastori del Neolitico, le ville Romane del I secolo, le Pievi pisane dell’XI secolo, i castelli medievali e le possenti fortificazioni rinascimentali.
Dell’esilio di Napoleone, durato 10 mesi, rimangono due residenze piene di ricordi e cimeli, un prezioso teatro, la maschera ed il calco di una mano, la bandiera con le tre api, vessillo del suo piccolo regno.
Soggetto privilegiato dai pittori macchiaioli, l’Elba ospita ogni anno artisti di tutto il mondo che si riuniscono in discreti cenacoli, cancelli aperti per infinite feste della memoria.
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FORTEZZE MEDICEE (racchiudono il centro storico della città di Portoferraio)
Capolavoro dell’architettura militare dell’epoca, la loro costruzione ebbe inizio nel 1548 per volere di Cosimo I De Medici, Granduca di Toscana. Si tratta di un complesso imponente, che garantiva la sicurezza della navigazione del Mar Tirreno. Le principali piazzeforti del sistema fortificato sono i forti Stella e Falcone (edificati sui più alti rilievi che dominano la città) e la Torre ottagonale della Linguella, all’imboccatura della Darsena. Per informazioni tel. 0565/944024
CASTELLO DEL VOLTERRAIO (sopra la strada che dalla Loc. Magazzini conduce a Rio nell’Elba) Resti di un castello di epoca pisana risalente all’XI secolo d. C. progettato dall’architetto Vanni di Gherardo Rau; l’intera pendice dello zoccolo roccioso di cui il castello occupa la sommità dovette essere circondata da mura.
FORTEZZA PISANA (sopra Marciana) E’ situata nella parte più alta dell’abitato di Marciana. Fu costruita dai pisani nel XII secolo e consolidata dagli Appiani tra il 1450 e il 1457. La struttura di forma quadrangolare è racchiusa da quattro torrioni difensivi. Per informazioni: Tel. 0565/901215 (comune).
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Chiesa dI SANTO STEFANO Loc. Le Trane (sopra la strada che da Portoferraio conduce a Bagnaia) La chiesa di S.Stefano a Magazzini, già detta "alle Trane", costituisce attualmente il più notevole esempio di architettura romanica religiosa dell'Isola d'Elba, come attestano i ritrovamenti archeologici di epoca romana avvenuti nei dintorni, e lo stesso toponimo "TRANE", per il quale il Pieri prospetta una derivazione dall’etrusco ATRANE-NIA, latinizzato in ATRANUS. L'edificio risale alla seconda metà del XII secolo, si presenta con un accurato paramento murario a regolari filaretti di alberese color bianco avorio. Ha una icnografia semplicissima, essendo formato da un'unica navatella absidata, un tempo coperta con capriate lignee.
PIEVE DI SAN MICHELE A CAPOLIVERI Loc. S. Rocco La pieve di Capoliveri, riferibile alla prima metà del XII secolo, costituisce la più antica testimonianza dell’architettura romanica nell’isola. Ipochi resti che possediamo della pieve di Capoliveri testimoniano come questa chiesa costituisse l’esempio artisticamente più compiuto del romanico elbano; dai residui dei muri perimetrali e della facciata (poco più delle fondamenta) e dalla parte absidale (come abbiamo detto, ancora integra) è ancora possibile ricostruire abbastanza attendibilmente l’icnografia dell’edificio, che doveva ripetere il semplice schema ad una navata absidata tipico delle altre chiese dell’isola. Notevole è la perfezione del rivestimento murario, per il quale fu usato un calcare locale dalle sfumature rosa che, in bozze ben lavorate, andò a formare regolari filaretti.
PIEVE DI SAN GIOVANNI IN CAMPO (sulla strada che da Marina di Campo conduce al M.te Perone) La Pieve di San Giovanni in Campo, situata a mezza costa del Monte Perone in posizione sovrastante i borghi di San Piero e Sant’Ilario, costituisce il più vasto edificio religioso d’epoca romanica che rimanga nell’isola d’Elba. La costruzione, riferibile per i suoi caratteri architettonici alla seconda metà del XII sec., ripete la consueta icnografia delle altre chiese elbane: un’unica navata rettangolare con al termine l’abside semicircolare. L’intero edificio ha le pareti rivestite da filaretti di granito (cave, tuttora operanti sorgono non lungi dalla chiesa) con bozze ben scalpellate di dimensioni decrescenti verso l’alto. Interessante è la facciata, inquadrata da due lesene angolari, che presenta al culmine un campanile a vela per buona parte ancora integro.
PIEVE DI SAN LORENZO A MARCIANA (lungo la strada che collega Marciana Marina a Marciana) L’edificio ripete la consueta icnografia delle chiese romaniche dell’Elba, essendo costituito da un’unica navata rettangolare con al termine l’abside semicircolare. Qui, semmai, è da notare una certa irregolarità della pianta (il rettangolo, in effetti, diviene un trapezio), e un accentuato sviluppo longitudinale dell’edificio. Notevoli sono le affinità stilistiche e strutturali con la pieve di San Giovanni in Campo. Il rivestimento murario, sia all’esterno che internamente, è realizzato mediante filaretti di bozze di granito di grandezza decrescente verso l’alto (come nelle altre costruzioni dell’isola, l’intercapedine tra i due rivestimenti è riempita con un conglomerato di ciottoli, frammenti di pietra e calce). Al culmine della facciata la chiesa conserva i resti (due pilastri) di un poderoso campanile a vela che la sormontava.
CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO IN CAMPO S. Piero – frazione di Campo nell’Elba La chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Campo costituisce uno dei più significativi edifici religiosi d’epoca romanica dell’Isola d’Elba. Le affinità stilistiche che presenta con la pieve di Mensano ci inducono a riferirla agli ultimi anni del XII secolo o, forse, all’inizio del XIII. Particolarmente interessante è il singolare schema icnografico dell’edificio che si presenta diviso in due navate absidate.
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L’ISOLA D’ELBA A TAVOLA
La cucina che viene dal mare
Dopo aver visitato l’isola d’Elba non può mancare un assaggio della cucina locale, dove tutto parla di tradizioni culinarie che raccontano una lunga storia di incontri tra popoli, di simbiosi culturali, di scambi di ricette. E’ uno scrigno di veri sapori elbani, patrimonio di antica saggezza e di moderna passione per i gusti decisi. La gastronomia si basa su piatti semplici e sani, ma molto gustosi, dove domina la fantasia degli accostamenti tra pesce e verdure. Fra i fiori all’occhiello, capisaldi della cucina isolana, ricordiamo lo Stoccafisso alla riese, Sburrita di baccalà, Zeri ammarinati (zeri marinati), il polpo lesso, il Gurguglione e la Schiaccia briaca.
CASTAGNE
La montagna, verdeggiante e fresca, assomiglia ad un’oasi, dove crescono possenti alberi d’alto fusto. Gli abitanti dell’isola hanno sempre sfruttato questa risorsa piantandovi i castagni sicuramente fin dal XIV sec.; i suoi frutti, freschi, secchi o ridotti in farina, hanno costituito l’alimento base per le popolazioni di montagna fino a mezzo secolo fa. Le castagne maturano in ottobre, quando le foglie incominciano ad ingiallire ed il riccio si apre per liberare i frutti. In questo periodo, la montagna elbana assume colorazioni dai toni caldi che interrompono il verde perenne della macchia mediterranea.
FUNGHI
Castagne e vino sono un binomio a cui va aggiunto il fungo, indimenticabile frutto della stagione. In diverse zone dell’isola, nel periodo autunnale tra i boschi di lecci, sono presenti oltre 200 specie di funghi, tra cui i più ricercati ed apprezzati sono sicuramente il porcino e l’ovulo.
MIELE
Miele, miele, miele in tanti gusti e varietà. Miele di Millefiori – Miele di Castagno – Miele di Corbezzolo – Miele di Erica – Miele di Eucalipto – Miele di Rosmarino – Miele di Cardo, ognuno con un profumo dell’isola e dei fiori della macchia mediterranea.
OLIO
Le varietà d’olio sono legate alle aree geografiche, solo in una determinata zona possono acquisire appieno le caratteristiche che permettono di ottenere un olio di ottima qualità. La produzione olearia elbana che si rispecchia, ovviamente, nella tradizione toscana, integra il gusto deciso dell’olio del continente con i profumi ed i sapori caratteristici del mondo insulare.
PESCE
La gastronomia dell’Elba è basata su pesce e crostacei, aromatizzati con le spezie della macchia mediterranea. Il pesce pescato all’isola nelle acque incontaminate del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è garanzia di freschezza e genuinità. Una bontà che sposa la tutela dell’ambiente con il vivere sano.
PANE E DOLCI
Schiaccia Briaca, Corolli, Pane Dolce del Marinaio, Cantuccini alle mandorle, Cantuccini all’anice, Schiacciunta, Pane Ferettato, Frangette: gusto della semplicità è il termine che si addice per definire i dolci dell’isola d’Elba. Le circostanze storiche dell’isola hanno infatti determinato lo sviluppo di dolci tradizionali che abbinano la semplicità dei componenti al gusto isolano. Da non perdere la Sportella: un pane che anticamente i fidanzati si scambiavano nel periodo pasquale come augurio di fertilità.
SCHIACCIA BRIACA
L’Elba fu oggetto, tra il XIII e il XVI secolo, di ripetute scorribande da parte di pirati saraceni e dominata da signori spagnoli. Tale influenza delle invasioni è particolarmente visibile nella tradizione riese e proprio da qui prende origine la preparazione della schiaccia briaca. Si tratta di un dolce particolarissimo, a pasta quasi secca, poco lievitato, senza uova e con questi ingredienti: pinoli, uvetta, frutta secca, che richiamano i sapori del vicino Oriente. La preparazione, che non prevede l’uso di lievito o grassi animali, ne fa un alimento adatto per una lunga conservazione, ideale quindi per le cambuse degli isolani che andavano per mare. L’aggiunta dell’Aleatico, che rende briaca la schiaccia e le conferisce il caratteristico colore rossastro, è una variazione ottocentesca che contribuì a renderla più gradita ai fini palati dei signori dell’epoca. Ancor più recente è l’uso dello zucchero, una volta raro sull’isola e normalmente sostituito dal miele, e l’aggiunta dell’alkermes, per un ulteriore tocco di rosso.
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VILLA DEI MULINI Piazzale Napoleone (nel centro storico) Portoferraio Residenza ufficiale di Napoleone e della sua corte. Fu costruita circa un secolo prima del suo arrivo presso alcuni mulini a vento che sfruttavano dalle loro posizioni elevate le brezze marine. Molto interessanti i mobili (d’epoca), le armi, i quadri, la biblioteca dell’Imperatore ed il giardino, con splendida vista sul golfo. Per informazioni tel.0565/915846
VILLA S. MARTINO Loc. S. Martino (a 5 Km da Portoferraio) Residenza di campagna di Napoleone, deve il suo aspetto attuale al Principe Demidoff, lontano parente dell’Imperatore, che nel 1851 acquistò la semplice dimora e la ampliò con un edificio d’ispirazione neoclassica trasformandola nel museo che prese il nome di "Galleria Demidoff". All’interno della Galleria è conservata la statua raffigurante "Galatea", attribuita al Canova per la quale posò Paolina Bonaparte Borghese, sorella di Napoleone. Gli affreschi all’interno della villa sono del pittore Ravelli. Per informazioni tel. 0565/914688
MUSEO ARCHEOLOGICO DELLA LINGUELLA Calata Buccari (alla fine del lungomare) Portoferraio Nel Museo Archeologico della Linguella viene offerto un quadro organico della storia più antica, attraverso i reperti dei principali siti archeologici dell’Arcipelago. Per informazioni tel.0565/944024-917338
MUSEO DELLA MISERICORDIA Salita Napoleone (nel centro storico) Portoferraio All’interno del museo sono conservati la maschera funebre in bronzo ed il calco di una mano di Napoleone, rilevate al momento della sua morte a S. Elena e ricordi del suo soggiorno all’Elba.
MUSEO ARCHEOLOGICO COMUNALE Il museo, recentemente ristrutturato, si trova in via del Pretorio a Marciana. Si propone di ricostruire la storia e l’ambiente culturale del versante occidentale dell’Isola. Il percorso espositivo è articolato in quattro sale: I Dalla Preistoria all’età etrusca arcaica II La Fortezza etrusca di Monte Castello III Età Romana: il granito ed il cipollino elbano VI I relitti di Procchio Informazioni c/o il comune: tel. 0565/901215
MUSEO DEI MINERALI ELBANI "COLLEZIONE ALFEO RICCI" Capoliveri - Sala espositiva Via Palestro (tel. 0565/935492) Collezione privata di minerali (più di 700 pezzi), allestita nel centro storico del paese in un locale di grande effetto scenico.
OPEN-AIR MUSEUM e L’INTERNATIONAL ART CENTER ITALO BOLANO Valle di S. Martino ( a 5 km da Portoferraio) Creato da Italo Bolano nel 1964, il museo all'aperto si trova nel cuore dell’Elba, nella vallata etrusca e napoleonica di S. Martino, i 24 monumenti dell’artista elbano, come totem, vivono in armonia con diecimila metri quadri di tipiche piante mediterranee. Nello stesso spazio si può anche visitare una galleria permanente dell’artista. www.italobolano.com
Valle di S. Martino ( a 5 km da Portoferraio) Sezione culturale del Museo, si occupa da circa 40 anni del teatro, dei laboratori di artigianato artistico, (dove artisti italiani e stranieri creano con la ceramica prodotti originali che vengono esposti nel giardino) e organizza corsi estivi di pittura e ceramica. Il visitatore puù intrattenersi nel parco e fare un’esperienza con la pittura o la ceramica. L’International Art Center si occupa inoltre dei portatori di Handicap. Nella meravigliosa natura del parco, l’incontro con gli artisti fa percepire un’altra dimensione: un incontro arcade, fuori del tempo.
MUSEO DELL’ARTE CONTADINA Il museo è stato ricavato da un vecchio frantoio del quale resta visibile una macina di granito. All’interno vi sono raccolti gli strumenti di lavoro un tempo utilizzati dai contadini. Il museo è testimonianza di quella che nel passato era l’attività economica principale del versante occidentale dell’isola: la coltivazione della vigna. (apre nel mese di giugno). Per informazioni tel. 0565/901215 (comune).
LA PICCOLA MINIERA e MUSEO MINERARIO ETRUSCO La piccola Miniera è situata in Loc. Pianetto appena fuori dall’abitato di Porto Azzurro, sulla strada che conduce a Rio Marina. 250 metri di percorso sotterraneo che raccoglie reperti storici, vecchi macchinari e minerali tipici dell’Elba. La visita della durata di circa 15 minuti si effettua seduti sul trenino della miniera. All’uscita del giro sotterraneo si trova il museo minerario etrusco. Qui si trova una collezione di pezzi particolari raccolti in tipiche nicchie. Per informazioni tel. 0565/95350.
MUSEO DELLA GENTE DI RIO Vi sono esposti circa 200 campioni provenenti dalle zone minerarie dell’Elba orientale suddivisi per cantiere di ritrovamento. In esposizione campioni di notevole interesse sia scientifico che collezionistico e strumenti originali del minatore. Il museo si trova nel paese di Rio nell’Elba in via Passo della Pietà - La miniera del Futuro P.S.C.a R.L - Tel. 0565/939182. e-mail: museirioelba@tiscali.it.
MUSEO ARCHEOLOGICO DI RIO ELBA Per una completa conoscenza del comune di Rio nell’Elba risulta molto interessante visitare il Museo Archeologico del Distretto Minerario. Il percorso espositivo abbraccia un lungo arco cronologico: dalle prime manifestazioni conosciute, che risalgono ad un momento avanzato dell’età del Rame, attraverso le testimonianze di età protostorica, etrusca, romana e tardo medioevale. Si trova in Piazza del Barcocaio nell’abitato di Rio nell’Elba - Tel. 0565/939182 e-mail: museirioelba@tiscali.it.
PARCO MINERARIO ISOLA D’ELBA A Rio Marina i protagonisti sono i minerali esposti nel Palazzo del Burò. L’edificio risale al 700 e per decenni ha ospitato la direzione delle miniere, ora è stato restaurato dal Parco Minerario e ospita una struttura espositiva di rilevanza scientifica internazionale. La mostra occupa l’intero primo piano del Palazzo della Concessionaria il Burò nel centro antico di Rio Marina. Negli ampi saloni di 400 metri quadrati è raccolta una delle più importanti collezioni di minerali elbani. Qui sono presenti numerosi campioni di eccezionale bellezza inseriti in un ambiente unico. Fiori di Ferro non si ferma ai minerali, è stata infatti ricreata anche un’officina dei fabbri ferrai che trasmette a tutto l’ambiente un’aria davvero particolare. Vengono effettuate delle escursioni all’interno delle miniere. Si parte dalla Concessionaria Il Burò ogni martedì, giovedì e sabato da aprile a ottobre, e si attraversa l’antico borgo dei minatori: i muri delle case, costruiti con i sassi di miniera e impastati con sabbia di pirite ed ematite, rendono l’abitato tutto luccicante. Si entra nelle caviere e percorrendo coloratissimi viottoli si raggiunge il cantiere Vigneria. Poi La Laveria, gioiello di archeologia industriale recentemente recuperato, una breve visita e si entra nel cantiere Bacino. Questo è il luogo che per cento anni ha visto il lavoro e la fatica dei minatori elbani, dove le lavorazioni industriali furono svolte a cielo aperti mediante tecniche di coltivazioni a gradoni. Il minerale predominante è l’ematite. Fra gli altri presenti c‘è la pirite ed il quarzo in cristalli bianchi o rossicci con ematite Palazzo della Concessionaria Il Burò - Via Magenta 26 - tel. 0565/962088.
ACQUARIO DELL’ELBA E MUSEO FAUNISTICO Attualmente vi sono ospitate circa 150 differenti specie di organismi marini mediterranei in 60 vasche per oltre 150.000 litri di acqua, che ne fanno, per dimensioni, la seconda struttura in Italia dopo l'Acquario di Genova. All’interno dell’acquario è ospitato il museo faunistico che raccoglie oltre 250 esemplari di mammiferi e uccelli in rappresentanza di circa 170 diverse specie, tutte segnalate come presenti sull'isola. Si trova in loc. Segagnana a Marina di Campo. Per informazioni tel. 0565 977885.
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Sono le trasparenze cristalline del mare e un entroterra dominato dal verde intenso della macchia mediterranea che hanno determinato la recente fortuna turistica dell’isola d’Elba.
Ma per trovare il tesoro più prezioso che l'isola possiede bisogna cercarlo nel sottosuolo; per questo da più di 4.000 anni generazioni di minatori hanno scavato alla ricerca prima del rame e poi del ferro. Persino il nome più antico dell'isola (Aethalia=scintilla) deriva dai fuochi sprigionati dai forni di riduzione del ferro, che dovevano essere ben numerosi quando i Greci incrociavano nelle acque dell’alto Tirreno, durante i loro viaggi tra le colonie dell'Italia meridionale e Marsiglia.
Il mondo occidentale non conosceva ancora la potenza di Roma, ma in tutto il Mediterraneo si sapeva che tra la Corsica e l'Etruria c'era un’isola straordinariamente ricca di ferro.Del resto è stata proprio l’Elba che ha fatto la fortuna degli Etruschi, la più raffinata tra le civiltà italiche.
L'isola appariva così ricca di minerale che fin dall'antichità si è tramandata la leggenda di inesauribilità delle sue miniere. Per secoli l’abbondanza e la purezza dell'ematite elbana hanno dipinto lo sfondo delle sue vicende umane, ma nell’ottobre 1981 e’ stata chiusa l’ultima miniera a ferro dell’isola d'Elba.
Dopo secoli di intenso sfruttamento le miniere elbane non sono più frequentate dai minatori, ma da collezionisti e ricercatori di minerali. Per la verità anche i vecchi "cavatori" conoscevano gli "scherzi del ferro". Con questo nome essi indicavano i cristalli dalle forme più stravaganti e dai colori inconsueti. L’ematite micacea elbana con i caratteristici cristalli a roselle non manca in nessun museo mineralogico degno di questo nome ed e’ notevole che N. Stenone, nel XVII secolo, studiando proprio l’ematite e il quarzo elbano scoprì le leggi della moderna cristallografia.
Le zone minerarie a ferro della parte orientale dell'isola con i suoi cantieri progressivamente abbandonati sono un luogo ideale per chi ha voglia immergersi in paesaggi di grande suggestione e coloratissimi, fatti di silenzi e di terra antica, luoghi completamente trasformati dall'attività umana, ma che sembravano aver conservato una propria forza selvaggia che rimanda ai primordi del nostro pianeta. Per chi abbia interessi più propriamente scientifici l'Elba intera e non solo le "terre del ferro" sono un "grandioso museo mineralogicoall’aperto", come definì l’Elba alla fine dell’ottocento Bernardino Lotti, il geologo che per primo disegnò un'accurata carta geologica dell’Isola ancora oggi in vendita.
Ad occidente, sul Monte Capanne, non si è mai scavato per estrarre ferro, ma da almeno 150 anni studiosi e collezionisti di tutto il mondo concentrano il loro interesse su questa montagna: nelle sue vene si scavano infatti splendidi cristalli da collezione di tormalina e berillo oltre a numerosi e spesso rari minerali accessori. Dunque non e’ strano che l'Elba sia conosciuta in tutto il mondo per la bellezza, la rarità e l’interesse scientifico dei suoi minerali.
Informazioni sul parco minerario
Museo Giannini Porto Azzurro
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RICETTE ELBANE
Stoccafisso alla riese
Ingredienti: Kg 1,200 di stoccafisso ammollato, aglio, cipolla, prezzemolo, peperoncino, conserva, 1 bicchiere di vino, olive nere, 1 acciuga sott’olio, capperi, pinoli, olio, sale.
Preparazione: In una casseruola di terracotta versare due bicchieri d’olio e il soffritto di aglio, cipolla, prezzemolo e peperoncino, quindi versarvi lo stoccafisso a pezzi e farlo insaporire. Unire poi un bicchiere di vino bianco, quando questo è evaporato aggiungete la conserva, a metà cottura aggiungete le patate tagliate a pezzi non troppo piccoli, le olive nere, i pinoli, l’acciuga e i capperi precedentemente scolati dall’aceto, facendo cuocere il tutto a fuoco lento. Se si ritiene necessario aggiungere ancora un po’d’olio. A cottura ultimata lasciar riposare un po’prima di servire.
Sburrita
La Sburrita è un piatto tipicamente Riese, molto gustosa e subito pronta. Ingredienti: gr 800 di baccalà bagnato, aglio, olio, nepitella, peperoncino, pane casereccio toscano.
Preparazione: Tagliare il baccalà nella giusta grossezza. Mettere al fuoco una pentola con acqua fredda, uno o due peperoncini alcuni spicchi d’aglio schiacciati e abbondante nepitella, portare a bollore quindi aggiungere i pezzi di baccalà, un bicchiere d’olio e far bollire il tutto per una quindicina di minuti. Tagliare il pane (quello tondo casereccio) a fette e disporlo direttamente nel piatto, quindi versarvi sopra il brodo con il baccalà.
Gurguglione
Ingredienti: Una grossa cipolla, gr 800 di peperoni verdi gialli e rossi, 3 grosse melanzane, 2 zucchini, basilico, prezzemolo, gr 600 di pomodori maturi. Per la sua perfetta riuscita è necessario adoperare verdura fresca.
Preparazione: I peperoni vanno puliti dal gambo e tagliati in 4 parti, le melanzane e gli zucchini tagliati in pezzi piuttosto grossi, i pomodori tritati grossolanamente. Tagliare la cipolla a fette sottili. In una padella di ferro versare tutte le verdure in due bicchieri d’olio con un pizzico di sale, basilico e prezzemolo tritati. Coprire la padella e far cuocere prima a fuoco vivo e poi moderato, sempre coperto, in modo che la verdura cuocia nel suo liquido. Servire ben caldo.
Schiacciunta
Ingredienti: 3 uova, 300 gr di farina, 300 gr di zucchero, 100 gr di strutto, una presa di lievito o un cucchiaino di bicarbonato, scorza di limone grattugiata.
Preparazione: Sbattere in una zuppiera le uova, lo zucchero, lo strutto, il lievito e la scorza di limone. Per facilitare questo procedimento è bene impiegare le mani e non la frusta come taluni erroneamente fanno. Il calore delle mani è utile per far sciogliere lo strutto, favorendo altresì una ulteriore ossigenazione all’impasto e agevolando l’incorporo della farina che dovrà avvenire gradatamente fino ad ottenere una bella pasta liscia ed omogenea. Ungere e infarinare una teglia rettangolare, versarvi l’impasto. Infornare a 180° per circa ¾ d’ora e spolverare di zucchero semolato prima di servire
Frangette
Ingredienti: gr. 500 circa di farina bianca, 4 uova, 4 cucchiai di zucchero, 1 bicchierino di moscato.
Preparazione: Impastare bene la farina con le uova, lo zucchero e il moscato. Lavorare lungamente, questa procedura è molto importante per la riuscita delle frangette. Stendere poi una sfoglia sottile e tagliarla a strisce con la rotellina (che si usa per i ravioli) e annodare la striscia non troppo stretta, formando un fiocco. Preparare una padella con abbondante olio. Quando l’olio bolle, versare delicatamente le frangette nella padella e farle friggere, fino a doratura, rigirandole con cura per non farle rompere. Metterle a scolare su di un vassoio ricoperto di carta giallo o assorbente. Spolverarle di zucchero vanigliato.
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SITI ARCHEOLOGICI
VILLA ROMANA DELLE GROTTE Loc. Le Grotte (sulla strada che da Portoferraio conduce a Porto Azzurro) Resti di mura di una villa romana costruita nel I secolo a. C in perfetto opus reticulatum ; un’ampia piscina ornamentale, protesa verso il mare con annesso impianto di riscaldamento e ricambio dell’acqua.
VILLA ROMANA DELLA LINGUELLA Calata Buccari (alla fine del lungomare di Portoferraio) Resti di una villa romana del I secolo a. C. , modificata tra il II ed il III secolo d. C., in parte inglobata nelle fortificazioni medicee.
VILLA ROMANA DI CAPO CASTELLO Loc. Cavo – frazione di Rio Marina Resti di mura in "opera reticolata" di una villa romana costruita tra il I sec. a. C. al I sec. d.C. . Essa consisteva essenzialmente in due parti: la parte signorile sul promontorio e la probabile parte rustica a sud, sull’adiacente promontorio di Capo di Mattea.
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Da sempre…vino e da qualche tempo.... Anche la Birra dell’Isola d’Elba.
La coltura della vite ha origini antichissime: tanti muretti a secco che delimitano i vigneti risalgono ad oltre 3000 anni fa. Plinio il Vecchio definì l’Elba “l’isola che produce tantissimo vino” e sui fondali giacciono numerosi relitti di navi cariche di anfore vinarie. I Medici ed i Lorena difesero la coltura della vite e Napoleone ordinò l’impianto di nuovi vigneti. Ben 7 vini dell’Elba si fregiano del marchio “Denominazione di origine controllata”, meritato premio ad una tradizione millenaria.
ALEATICO DELL’ELBA D.O.C.
L’Aleatico dell’Elba ha un colore rosso rubino intenso con riflessi violacei nei primi anni e può assumere dopo alcuni anni di affinamento in bottiglia sfumature ambrate. L’Aleatico dell’Elba è un vino dai profumi caratteristici, decisi e molto persistenti: netto è il sentore di sottobosco, di rosa e di amarena. Al gusto, morbido e vellutato, la sensazione dolce iniziale lascia posto ad una persistente nota di amarene, di confettura e di frutta secca.
ANSONICA E PASSITI ELBANI
Oltre all’Aleatico dell’Elba esistono altri passiti realizzati con uve bianche: l’Ansonica ed il Moscato. Come per l’Aleatico, le uve bianche per i passiti (Ansonica, Trebbiano, Fermentino e Moscato) devono essere sottoposte ad un periodo di esposizione al sole dopo essere state accuratamente selezionate in fase di raccolto.
ELBA BIANCO/ROSSO
Elba Bianco D.O.C. è un vino di buona conservabilità, che può essere gustato al meglio anche nel secondo anno di vita, purché conservato in cantina a temperatura costante. Si abbina bene alla cucina a base di pesce, antipasti e minestre delicate. Elba Rosso D.O.C. è di colore rosso rubino, ha odore vinoso e sapore corposo ed asciutto. Vino pronto e godibile in gioventù, si evolve in meglio per tre o quattro anni. Si abbina ottimamente ai primi piatti con ragù ed alle carni rosse. E poi L’Elba Rosato, il Moscato, l’Elba bianco spumante.
BIRRE
Birra dell’Isola d’Elba si produce in tre luoghi dell’isola in analoghi tre birrifici Elbani: Birra dell’Elba - Birra Le Coti Nere ed Infine la suggestiva Birra Napoleon con il suo favoloso locale ( l’ XI Comandamento - Ristorante Pub) ricavato all’interno di una Vecchia Chiesa Sconsacrata.... sicuramente tappa obbligatoria per coloro che vengono in vacanza all’Isola d’Elba.
LIQUORI
All’isola d’Elba, fin dai tempi antichi, era usanza fare, a livello casalingo, i liquori con l’alcool e gli agrumi della zona di S. Andrea. Tutt’oggi il Limonino e l’Arancino si producono con gli stessi procedimenti e sono i risultati di infusi a basa d’alcool, acqua, zucchero e bucce di limoni o di arance. I prodotti che ne derivano sono molto pregiati ed adatti, grazie al loro fragrante aroma, sia come digestivo sia per accompagnare i dessert. Altri liquori tipici elbani sono: la Crema di Limonino, il Ciliegino e il Liquore di Mortella.
GRAPPA
La grappa è l’acquavite ottenuta dalla distillazione delle vinacce fresche fermentate. Vengono denominate grappe di monovitigno quelle ottenute distillando la vinaccia di un solo tipo di uva, o più genericamente grappe con nomi di fantasia quando non viene dichiarata la varietà dell’uva che ha originato la vinaccia e di conseguenza la grappa. Le grappe elbane sono tutte prodotte esclusivamnente con vinacce originarie dell’isola d’Elba e distillate quasi tutte localmente.
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Terme San Giovanni Isola d'Elba
Tel.0565 914680 fax.0565 918791 Convenzionate con il SSN.
LE TERME: UNA VACANZA BENESSERE
Le terme di S. Giovanni, davanti al golfo di Portoferraio, sorgono su un bacino palustre di 5 ettari, da cui si estrae un limo ad alto potenziale terapeutico che fa di questo moderno impianto termale unico e grande Centro Talassoterapeutico del Mediterraneo occidentale.
I FANGHI DEL BENESSERE
I Romani, che dopo i Liguri e gli Etruschi dominarono l’ Elba per secoli, furono tra i primi ad intuire gli effetti benefici e salutari delle cure termali. Nell’ antichita’ , il segno della romanizzazione era costituito proprio dalla presenza dei bagni pubblici, dove donne e uomini, in fasce orarie diverse, potevano usufruire di bagno e sauna. Portoferraio, la romana Fabricia, divenne grande soprattutto in Eta’ Augustea, quando i potenti di Roma la prescelsero costruendovi le ville dove la famiglia imperiale e la corte venivano a riposare e dove spesso erano confinati i personaggi sgraditi all’Imperatore.
Resti di ville di notevoli dimensioni, sulle quali continua ad aleggiare la leggendaria storia d’amore della principessa Alba, sono ancor oggi visibili sul promontorio delle Grotte e alla Linguella, nella punta estrema del porto mediceo dove regna la torre ottagonale del Martello, l’antico bagno penale. Al Centro, a circa mille metri dal golfo, davanti ad una distesa azzurra regno di aironi e gabbiani, sorgono, su di un bacino termale di 5 ettari, circondate da un meraviglioso parco di eucalipti, le Terme di S. Giovanni, Centro talassoterapico tra i più importanti del Mediterraneo occidentale.
Superato il vialone d’ingresso, il visitatore deve solo lasciarsi guidare dall’intenso profumo degli alberi che avvolge tutta l’area, una delle ultime zone umide dell’isola. Pieno di sole, di rena e d’erba risecca, il parco delle Terme ti accompagna fino al mare: una laguna dove il silenzio sovrano e forte l’odore del salmastro, delle alghe e delle resine. Un’incantevole oasi naturale, resa ancora piu’ suggestiva in lontananza dalle maestose linee del Falcone, della Stella e della Linguella, le fortificazioni di Cosmopoli, citta’ eretta nel 1548 da Cosimo de Medici.
Il prezioso fango marino di S. Giovanni - dove si praticano bagni di acqua di mare (talassoterapia), talvolta associati ai bagni di fango (fangoterapia) - e’ classificato ad alto potenziale scientifico, tanto da risultare, con quelli di Cervia e di Margherita di Savoia, tra i primi tre del Paese.
Il parco delle terme gode di un fascino particolare. Consente di abbinare al trattamento terapeutico ore di piacevole e confortevole relax. Un angolo di natura incontaminato che suoni, colori, profumi e l’aria stessa rendono un vero e proprio toccasana per chi desidera ritemprare mente, spirito e corpo. Anche nelle ore piu’ calde, a pelo d’acqua, con un po’ di pazienza puo’ capitare di ammirare ad occhio nudo le planate di garzette e cormorani ed i saltelli piumati degli aironi cinerini che spesso si calano costeggiando la laguna ricchissima di plancton, in cerca di cibo.
Lo spettacolo che si apre all’occhio e’ emozionante. A levante il ventre obeso di Monte Grosso. A sinistra la marina di Punta della Rena, solitario paradiso di gabbiani e uccelli di passo, ombreggiate da basse e nodose tamerici. Al centro un panno di mare.
UN LIMO UNICO IN TUTTA EUROPA
La talassoterapia ed i bagni di limo costituiscono una combinazione miracolosa per il trattamento dell’artrosi e dei reumatismi.
L’elevato valore terapeutico di questa associazione, unica in tutta Europa e’ costituito dalla qualita’del fango marino estratto, ricco di iodio e zolfo organico, principi attivi incorporati nel corso dei secoli durante l’attivita’ delle saline. Un limo simile al "liman" del Mar Nero, ma piu’ ricco di ferro e per queste ragioni utilizzato, prima del suo impiego a scopi termali, per curare i cavalli da corsa portatori di gonfiori e dolori agli arti.
Fu questa constatazione che, nel 1957, spinse alcuni medici a studiare questo particolare peloide, arricchito nella sua azione contro l’artrite, l’acne e la psoriasi dallo zolfo e dallo iodio organico contenuto in alcune piante ed alghe marine - la Zoostera marina e la Caulerpa - che si nutrono dello stesso limo.
Lo stabilimento, diretto dal Dott. Ernesto Somigli, e’ suddiviso in reparto termale e fisioterapico, dotato di stanze per consulenze specialistiche in Cardiologia, Ortopedia, Otorinolaringoiatria, Dietologia, Terapia del dolore. L’assistenza medica giornaliera e’assicurata dal Direttore Sanitario, specialista in Idrologia Medica e malattie dell’apparato respiratorio e da un medico termale, specialista in Otorinolaringoiatria ed in Idrologia Medica. Il reparto di Fisioterapia e’ diretto da un Medico specialista in Terapia Fisica, che si avvale della collaborazione di un fisioterapista. Le terme dispongono di un ampio parcheggio privato e sono convenzionate con hotel a 3 e 4 stelle.
Per maggiori informazioni: www.termelbane.com
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